I CONCETTI DI BASE PER I SISTEMI DI ALLARME


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30 aprile 2019


Grado di sicurezza, classe ambientale e livello di accesso: i tre pilastri della serie di Norme EN 50131.


I concetti di grado di sicurezza, classe ambientale, livello di accesso e la loro classificazione in quattro livelli differenti possono essere considerati a tutti gli effetti i pilastri concettuali della serie di Norme EN 50131.

Questi concetti e la loro definizione devono essere ben chiari a tutti coloro che, a vario titolo, intendono avvicinarsi o usano queste norme e costituiscono un semplice ma necessario presupposto per la loro corretta interpretazione ed applicazione. La serie di Norme EN 50131 specifica le prescrizioni di prestazione per i sistemi di allarme intrusione e rapina (I&HAS).

GRADO DI SICUREZZA

Il grado di sicurezza esprime la capacità di un sistema di allarme intrusione o di un suo componente (questa valutazione sarà poi utilizzata per definire il Livello di Prestazione di un Impianto) di rilevare e segnalare un’intrusione nelle aree protette e/o un attacco alla propria integrità. Il grado di sicurezza viene definito e misurato in funzione delle presunte capacità e delle intenzioni di chi si ritiene possa tentare l’azione criminale; i requisiti di sicurezza necessari per contrastare questi potenziali attacchi sono quindi in relazione diretta con la “qualità” della minaccia e sono classificati secondo una stima o valutazione quanto più possibile oggettiva del rischio.

L’approccio utilizzato nelle EN 50131 per definire il grado di sicurezza di un sistema di allarme intrusione (o di un suo componente) è quello di stabilire una scala di quattro valori (Tabella 1) in relazione diretta alla tipologia di effrazione o di attacco a cui il sistema è in grado di resistere e quindi anche in relazione al rischio che viene ritenuto accettabile nel caso specifico.

Tabella 1 – Gradi di sicurezza di un sistema di allarme intrusione definiti dalla Norma CEI EN 50131-1

Per meglio fissare questo concetto fondamentale e per sottolineare ancora una volta la relazione diretta tra il grado di sicurezza e la qualità della minaccia da cui ci si vuole difendere oppure il livello di rischio che si ritiene accettabile, si possono considerare, a titolo di esempio, i seguenti due casi:

  • il primo riguarda un’abitazione privata non isolata, all’interno della quale sono custoditi beni di scarso valore; in questo caso, molto probabilmente, sarà sufficiente difendersi da tentativi di effrazione da parte di delinquenti comuni, assumendo quindi che il malintenzionato non metta in atto misure o processi tecnici di alto livello per violare il sistema di sicurezza; per proteggersi da questa minaccia sarà quindi sufficiente un sistema di sicurezza di grado 1;
  • il secondo caso riguarda l’estremo opposto, come può essere, ad esempio, quello di un deposito di valori; si tratta certamente di un obiettivo sensibile, che giustifica tentativi di effrazione messi in atto con strumenti complessi e sofisticati, da parte di professionisti che hanno sicuramente conoscenze, dimestichezza e strumenti analoghi a quelli dei tecnici che hanno progettato i componenti e/o installato il sistema; sarà quindi necessario proteggere il deposito con un sistema di sicurezza di grado 4.
  • È bene sottolineare che il grado di sicurezza si riferisce ai sistemi di allarme intrusione. L’indicatore di prestazione riferito agli impianti di rilevazione definito dalla Norma CEI 79-3 è il Livello di Prestazione che si riferisce esclusivamente all’impianto nel suo insieme, anch’esso articolato su quatto livelli, direttamente correlato al grado di sicurezza dei componenti utilizzati per realizzare l’impianto.

CLASSE AMBIENTALE

La definizione di classe ambientale serve a specificare le condizioni ambientali nelle quali, per esigenze di progettazione dell’impianto, i vari componenti del sistema si troveranno ad operare. Anche in questo caso, la Norma EN 50131-1 definisce quattro classi ambientali:

Classe I: installazione in interno in condizioni climatiche controllate (abitazione);

Classe II: installazione in interno in condizioni climatiche non controllate (magazzino non climatizzato);

Classe III: installazione in esterno ma protetto, coperto da pioggia ed intemperie;

Classe IV: installazione all’esterno, senza protezioni aggiunte.

La classe ambientale è utilizzata inoltre come riferimento per definire il numero e la severità dei test ambientali contenuti e descritti nella Norma EN 50130-5, che serve, appunto, come base per la certificazione di questi prodotti.

LIVELLO DI ACCESSO

Persone diverse e a vario titolo possono e, in alcuni casi, devono interagire con i vari componenti o con il sistema di sicurezza nel suo complesso; tutte le informazioni generate dal sistema, i comandi inviati da un utente verso il sistema, le azioni che hanno un’influenza sul sistema in parte o globalmente, sono raggruppate dalla Norma EN 50131-1 in quattro categorie differenti, definite livelli di accesso.

I livelli di accesso identificano semplicemente quali azioni e quali interazioni con il sistema di allarme o con uno dei suoi componenti sono consentite per un dato livello.

Il livello più basso, definito livello di accesso 1, include tutte le azioni e le informazioni che il sistema lascia aperte a chiunque, senza che ci sia necessità di interazione con il sistema; si trova in questa condizione il passante che sente una sirena in allarme o chi, di fronte ad una consolle, senza essere identificato, vede una richiesta di log-in.

Un livello di normale operatività dell’utente, invece, presuppone che egli sia in qualche modo autorizzato (da un codice o dal possesso di una chiave univoca) a operare sul sistema di allarme e a compiere le azioni di consultazione o comando; l’insieme di queste interazioni costituisce il livello di accesso 2.

Un sistema di allarme opera in funzione di parametri predefiniti o programmati che sono normalmente impostati in fase di installazione o di manutenzione da parte dell’installatore; l’insieme di queste interazioni è incluso nel livello di accesso 3 che deve essere autorizzato da parte dell’utente (Livello 2).

Una condizione più astratta del concetto, e senz’altro meno frequente, è costituita dalle modifiche più profonde e radicali sui componenti e sul sistema, come, ad esempio, la sostituzione e modifica di parti o, addirittura del firmware dei prodotti; queste interazioni con il sistema sono state previste e sono classificate nel livello di accesso 4 che è concettualmente associato ad interventi effettuati dal costruttore o su sua delega.

La modifica (aggiornamento del firmware o sostituzione di una scheda) può essere fatta fisicamente dall’installatore, che però in questo caso agisce come delegato del costruttore, di cui esegue le istruzioni. Per una corretta interpretazione è necessario aver chiaro che il livello di accesso non è proprio di una persona fisica, ma di una specifica modalità di interazione con il sistema. Persone diverse possono interagire, ciascuna secondo il proprio profilo personale, ma è anche possibile che il profilo di una persona fisica includa azioni appartenenti a livelli di accesso differenti.

Allo stesso modo, la stessa persona senza essere riconosciuta dal sistema può ovviamente avvertire un allarme dai dispositivi di segnalazione acustica e luminosa (livello di accesso 1), ma quando identificata, può avere accesso ad azioni di gestione come l’inserimento e il disinserimento del sistema di allarme (livello di accesso 2), piuttosto che alla programmazione di suoi parametri operativi come la programmazione oraria (livello di accesso 3).

 

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