Antintrusione: come creare un buon sistema di sicurezza


scasso

28 giugno 2018


L’antifurto da solo non basta se non è inserito in un vero e proprio piano di protezione della casa e non è installato da personale esperto.

In Italia, ogni anno, vengono denunciati un milione e 500mila furti. Un dato che non sembra possibile arrestare nemmeno con la proliferazione di soluzioni di difesa. L’ultima indagine presentata da Tecnoborsa rivela infatti che, nello scorso biennio, l’11,2% dei condomini ha investito in nuove soluzioni di sicurezza. Una percentuale ancora maggiore ha riguardato i privati che, nel 14% dei casi, si sono dotati di nuove soluzioni di sicurezza. In particolare l’investimento si è indirizzato versol’allarme antifurto (41,1%) o la porta blindata (40%). Ma piacciono anche le telecamere (17,5%), le tapparelle metalliche con bloccaggi (16,7%) e le grate di protezione (14,8%). Infine, l’8,5% si è affidato ai cani, il 4,4% ha installato una cassaforte e un residuale 1,9% lascia accese le luci all’interno e/o all’esterno della casa quando è assente.

Tutte soluzioni apparentemente inutili, se consideriamo che, nelle principali città, i furti nelle abitazioni aumentano del 25% anno su anno. Una situazione che induce l’80% delle famiglie a temere “molto o abbastanza” furti e rapine in casa.

 

Antifurto: una questione di velocità

 

Ma per quale ragione, malgrado la proliferazione degli strumenti di difesa, i malviventi sembrano agire sempre più indisturbati? La risposta è abbastanza semplice e, per molti versi, disarmante: non esiste nessuno strumento di protezione davvero inviolabile. Del resto, se così fosse, potremmo correre il rischio di rimanere definitivamente chiusi fuori dalle nostre case… Se un malvivente decide di entrare in un appartamento è quasi impossibile fermarlo, ma esistono molti strumenti per dissuaderlo. Primo tra tutti la velocità. La differenza tra un furto realizzato e uno andato a buon fine, infatti, è fatta da pochi secondi. Ovvero il tempo tra quando un malvivente sceglie il proprio obiettivo e quello in cui varca la soglia della porta o della finestra. Del resto è intuitivo comprendere come un’ottima porta blindata sia inutile in una casa che si trova al piano terra, in quanto le finestre possono essere violate con estrema facilità.

Prima di agire, infatti, un malvivente valuta il proprio obiettivo e, a parità di potenziale bottino, si orienterà sempre verso l’abitazione più vulnerabile e nella quale impiegherà meno tempo ad entrare. La fase più rischiosa, per un ladro, è infatti quella trascorsa nel tentare di entrare in una proprietà privata, in quanto potrebbe essere individuato e messo in fuga. Una volta entrato, invece, necessita di pochi minuti per arraffare gli oggetti di valore e darsi alla fuga.

Da qui la necessità di affidarsi, per la protezione dell’abitazione, ad esperti di settore in grado di creare una difesa a più livelli, capace di rallentare le operazioni dei malviventi e di metterli sotto pressione, inducendoli a desistere. I diffusi antifurti finti, al contrario, sono ben riconoscibili da chi vive di furti che, spesso, effettua anche una “prova”, alcuni giorni prima, per verificare se l’antifurto è reale. Allo stesso modo le telecamere finte, oltre a non essere ammesse per legge, non rappresentano un reale deterrente. Inutile aggiunge che il fai da te, con soluzioni da poche decine di euro, ha un’efficacia pressoché nulla

 

Cominciamo da lontano

 

Il primo scopo di un buon sistema di sicurezza, che deve essere integrato, non è quindi fermare il ladro, ma rallentarne l’azione. Da qui, soprattutto, nelle abitazioni con giardino, assume una prima valenza l’impiego delle telecamere perimetrali, che permettono di vedere da remoto e registrare eventuali intrusi. In un’abitazione è però difficile che una persona controlli costantemente le telecamere di videosorveglianza.

Per questa ragione è opportuno decidere se il sistema di Tvcc ha il compito di individuare l’effettiva presenza di un malintenzionato a ridosso dell’abitazione o di registrarne il volto. Nel primo caso è possibile utilizzare anche telecamere di media qualità, perché a fronte di un segnale d’allarme o di rumori sospetti devono permettere solo di verificare l’effettiva presenza di una o più persone.

Al contrario, quando l’obiettivo è quello di riconoscere un ladro, occorre investire su soluzioni di altissima qualità, in grado di operare anche in condizioni avverse, come le ore notturne (situazione più comune) o quando il sole si trova alle spalle dell’intruso. In questi ambiti è quindi fondamentale affidarsi ad installatori effettivamente qualificati, in grado di scegliere e posizionare le telecamere in modo ottimale. Non possiamo comunque trascurare il fatto che, anche nella migliore delle ipotesi, una telecamera permette di individuare l’autore di un furto, ma non gli impedisce di portare a termine il proprio piano. Unica eccezione, ovviamente, il caso in cui la videosorveglianza operi abbinata ad un antifurto in grado di allertare l’intervento di un istituto di vigilanza o delle forze dell’ordine che, visualizzando le telecamere, sono chiaramente consapevoli di un furto effettivamente in atto.

 

Individuiamoli prima

 

In ogni caso, tra l’entrata in funzione di un sistema di videosorveglianza e l’arrivo delle persone incaricate di sventare un furto trascorrono minuti preziosi, che chi si difende deve sfruttare a proprio vantaggio.

Da qui l’impiego dei sistemi perimetrali, che si attivano non appena viene varcata la proprietà privata o il malintenzionato si avvicina a porte e finestre.

Negli ambienti esterni, i sistemi più comuni sono basati su sensori ad infrarossi, che entrano in funzione quando una persona attraversa il loro raggio d’azione. In questo caso, per evitare falsi allarmi, gli apparecchi vengono posizionati ad un’altezza superiore rispetto a quella dei comuni animali domestici, evitando che il loro passaggio faccia scattare l’allarme. In realtà, però,una simile scelta, potrebbe permettere ad un malvivente di oltrepassare la barriera strisciando per terra. Simili sensori vengono così camuffati, evitandone una facile individuazione. Si tratta, comunque, di soluzioni che risultano spesso parziali e non sempre efficaci. Da qui la necessità di adottare moderni sensori in grado di distinguere l’effettivo volume di quanti entrano nel raggio d’azione, discriminando tra persone e animali domestici.

Un’interessante alternativa è rappresentata dai sistemi interrati, in grado di attivarsi quando vengono  attraversati da oggetti metallici. È quindi sufficiente la fibbia di una cintura, o il possesso di attrezzi da scasso, per far scattare l’allarme, mentre cani e gatti (ovviamente privati del collare) possono varcare tranquillamente una simile barriera virtuale.

Infine, se lo scopo è quello di rivelare l’avvicinarsi di automezzi, appositi sensori di pressionepossono essere interrati lungo la strada d’accesso, attirandosi così solamente quando vengono sottoposti ad una pressione elevata, come quella esercitata da un uomo.

 

Suoni e luci

 

In ogni caso, nel momento in cui viene rilevata un’intrusione, l’antifurto deve, in primo luogo, creare  disagio nel ladro. Come ormai risaputo, anche alla luce di una serie di sentenze, raramente un vicino interviene a fronte di un sistema di allarme in azione, così come è inutile ricevere la segnalazione di un furto in atto quando ci si trova a decine di chilometri da casa.

Però se chi sta compiendo il reato inizia a forzare una porta o una finestra, con un allarme attivato, si trova sotto pressione. Sia perché è consapevole del fatto che i proprietari, se all’interno dell’abitazione, sono allertati, sia perché l’allarme in funzione potrebbe indurre l’intervento di persone di passaggio o delle forze dell’ordine. Da qui l’ulteriore importanza di essere dotati di chiusure efficaci che, seppur non inviolabili, possono richiedere alcuni minuti per essere forzate, inducendo il malintenzionato a desistere o, quantomeno, i proprietari all’interno a organizzare una propria “difesa”.

 

Protezione… inside

 

La maggior parte delle persone non abita in case isolate, ma all’interno di appartamenti, dove la sicurezza può essere realizzata quasi solo all’interno delle mura domestiche. In realtà, però, il principio della tempestività è ancora valido e, per questo, si rivela efficace l’utilizzo di barriere a tendina che, installate a ridosso di porte e finestre, entrano in azione mentre un delinquente sta cercando di forzare l’apertura. Una simile soluzione espone però al rischio di falsi allarmi, soprattutto se installata a ridosso delle porte o di finestre basse all’interno dei cortili.

Per questa ragione, oltre alle protezioni fisiche, i sistemi d’allarme possono essere utilizzati con efficacia anche se installati solo all’interno o attivati all’apertura dei serramenti. I segnali acustici, in questo caso, rivestono un ruolo fondamentale in un moderno sistema d’allarme. Normalmente, infatti, siamo abituati a soluzioni che, con il loro suono, dovrebbero attirare l’attenzione dei vicini e sollecitare l’intervento delle forze dell’ordine. Ma si stanno diffondendo anche le sirene da interno che, invece di attrarre l’attenzione di terzi, operano ad un volume particolarmente elevato ed emettono frequenze fastidiose per l’orecchio umano. In questo modo, chi si introduce senza autorizzazione, viene investito da un’onda sonora con effetti devastanti sul suo sistema nervoso e, per tale ragione, viene indotto ad abbandonare rapidamente i locali.

È comunque importante ricordare che le sirene, così come i commutatori telefonici che, a fronte di una eventuale allarme inviano chiamate di emergenza ad una serie di numeri preselezionati, sono efficaci solamente se attivati da sensori posizionati correttamente e capaci di individuare movimenti sospetti. In questo ambito il mercato offre varie soluzioni, che devono essere valutate in funzione della tipologia dei locali da proteggere e dell’effettiva possibilità di installare i singoli apparecchi.

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